Il gatto e la fiaba: due obiezioni a L’animale che dunque sono di Derrida

  • Marco Mazzeo

Abstract

L’articolo propone una revisione critica di due aspetti di un testo fondamentale per la discussione contemporanea circa l’animalità, L’animale che dunque sono di Jacques Derrida. In primo luogo nel libro emerge una diffidenza poco produttiva, a volte latente ma non per questo marginale, verso il linguaggio verbale (ad esempio nei confronti della favola). In secondo luogo, derrida assume, suo malgrado una idea della percezione animale e umana di tipo tradizionale, legata sostanzialmente alla vista, che rischia di falsare qualsiasi proposta successiva di incontro (e scontro) tra le diverse forme di vita. L’articolo si conclude con la formulazione sintetica e necessariamente lacunosa di due linee di ricerca alternative riguardo linguaggio e percezione.
Pubblicato
2016-06-15
Fascicolo
Sezione
Articoli