Indagine in merito alla gestione alimentare del paziente pediatrico

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Bianca Maria Baldacci
Alice Barale

Abstract

Obiettivo dello studio: questo studio-pilota vuol valutare l’adeguatezza, in termini di porzioni, gusto e giornata alimentare, del vitto ospedaliero pediatrico, e il rischio di malnutrizione correlato, all’interno della realtà dell’azienda ospedaliera dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana (AOUP).

 Metodi: lo studio-pilota ha coinvolto un campione di 42 pazienti, ricoverati nel reparto dell’U.O. Pediatria, Dipartimento Materno-Infantile dell’AOUP ed in regime di vitto ordinario. Per ogni paziente sono stati valutati il peso, l’altezza, il BMI, l’età e il tipo di patologia.

Questionario: l’indagine si è avvalsa di due questionari: il Pediatric Yorkshil Malnutrition Score (PYMS), protocollo di screening per il rischio nutrizionale, e un questionario di valutazione della Customer Satisfaction, sviluppato in 5 parti: valutazione del supporto nutrizionale, valutazione qualitativa del pasto, indagine sugli spuntini, richieste speciali, modalità di ordinazione dei pasti.

Risultati: il PYMS ha rilevato un elevato rischio di malnutrizione nel 55% della popolazione studiata; ciò è in linea con i dati ISTAT, per i quali la malnutrizione ospedaliera è tutt’oggi un problema concreto e diffuso. L’aumento del rischio nutrizionale è risultato associato a patologie di interesse gastrointestinale e all’aumento dei giorni di degenza.

L’analisi di Customer Satisfaction ha condotto buoni risultati complessivi, rivelando alcuni punti critici: l’83% dei pazienti ha dichiarato di non terminare le pietanze del vassoio, prevalentemente a causa della patologia e/o delle porzioni. Considerando le tre fasce dell’età pediatrica, prima infanzia (≤6 aa), seconda infanzia (6-14 aa) e adolescenza (>14 aa), è risultato che le porzioni fossero percepite come abbondanti ed effettivamente superiori alle porzioni medie descritte nei LARN per la prima fascia d’età. Introdurre almeno uno spuntino nel vitto ospedaliero,in accordo con le Linee di Indirizzo Nazionale per la Ristorazione Ospedaliera Pediatrica, è risultato positivo per il 79 % dei pazienti, e potrebbe migliorare la qualità degli snack consumati in reparto. L’analisi delle richieste speciali ha rilevato che il servizio di ristorazione ospedaliero è preparato a soddisfare le esigenze legate a allergie o intolleranze mentre trova uno scoglio nel trattamento di pazienti stranieri.

Conclusioni: Un mancato adattamento del vitto ospedaliero alle esigenze delle età pediatriche, porta a un aumento degli scarti alimentari, nonché a costi superflui e a una riduzione della Customer Satisfation. Questa aumenterebbe invece con la riduzione delle porzioni per i pazienti di età ≤6 anni e con l’introduzione di almeno uno spuntino giornaliero. La disponibilità di menù tradotti potrebbe aumentare la consapevolezza dei pazienti stranieri nella scelta delle pietanze.

Tutte queste misure potrebbero contribuire a una riduzione del rischio nutrizionale in reparto.

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Come citare
Baldacci, B. M., & Barale, A. (2018). Indagine in merito alla gestione alimentare del paziente pediatrico. Journal of Biomedical Practitioners, 2(1). https://doi.org/10.13135/2532-7925/2709
Sezione
Articoli