RETHINKING INTERNATIONAL COOPERATION: THE CONTRIBUTION OF PEACE STUDIES

  • Gianluca Brunori
  • Giorgio Gallo
  • Massimo Pallottino

Abstract

I temi della costruzione della pace e della sicurezza hanno guadagnato negli ultimi decenni una crescente attenzione nel campo della cooperazione internazionale, e sono ora al centro delle più recenti elaborazioni delle Nazioni Unite per un quadro post-2015. Questa crescente attenzione è anche un effetto del drammatico aumento delle guerre intra-statali e dei conflitti violenti a livello locale che sono seguiti alla fine della guerra fredda, così come del contesto globale dopo l'11/9; tutti questi elementi richiamano l’esigenza di un nuovo ruolo degli Studi per la Pace nel riformulare un’idea di cooperazione internazionale e nel ripensare le sue pratiche.

Le agenzie e organizzazioni non governative operano fornendo aiuto sia nella costruzione della pace post-conflitto, sia nell’assistenza umanitaria nel corso di fasi di conflitto violento; innumerevoli vite umane sono state salvate da interventi umanitari internazionali. Tensioni emergono però nel mettere in relazione l’aiuto d'urgenza con un approccio attento ai processi di sviluppo a più lungo termine, soprattutto per le implicazioni sociali, economiche e politiche che questi interventi possono avere. In definitiva tuttavia, ciò che dovrebbe essere soprattutto oggetto di attenzione è la capacità della cooperazione allo sviluppo nell’affrontare i fattori la cui evoluzione potrebbe dar luogo ad un conflitto.

Tutto ciò solleva questioni di difficile risposta: quale contributo può dare la cooperazione internazionale allo sviluppo nel gestire i fattori a breve e lungo termine che rendono le società più inclini ai conflitti? Come garantire la neutralità, imparzialità e indipendenza in una situazione di violento conflitto etnico o intestino? Come essere sicuri che l'intervento non prolunghi il conflitto invece di ridurre la sua durata? Come evitare che l'aiuto fornito mantenga e rafforzi le condizioni stesse che sono all'origine della violenza? Quali elementi dovrebbero essere rilevati con riferimento al dibattito sulla 'responsabilità di proteggere', e in termini più ampi, in relazione alla posizione della popolazione civile in situazioni di conflitto? Come dovrebbero essere collegate le questioni legate agli interventi di emergenza e di aiuto umanitario ad un più ampio contesto sociale, politico ed economico?

Tutte queste questioni sono state sollevate in molte occasioni e hanno portato a dibattiti intensi. È evidente che ogni intervento di successo richiede non solo una valutazione critica di interventi passati, ma anche una valutazione sistemica del contesto in cui sorge il conflitto, delle sue cause e del suo sviluppo. La comprensione di come i diversi tipi di conflitto si sviluppano e delle loro caratteristiche principali è essenziale, così come quella circa le questioni relative agli interventi in (reali o potenziali) aree di conflitto. Il panel si propone di evidenziare le aree di interesse in cui è necessaria un'ulteriore riflessione, con contributi sviluppati sia a livello pratico che teorico.

Pubblicato
2014-03-17