“Keeping Détente Alive”: European Political Cooperation and East-West Dialogue during the 1980s

  • Maria Eleonora Guasconi Università di Genova
Keywords: Détente, European Political Cooperation, European Single Market, Consistency, Mikhail Gorbacëv, European Common Home

Abstract

The aim of this article is to investigate on the European efforts to keep détente alive during the 1980’s, focusing in particular on the relations with the Soviet Union. The European policy will be analysed from the peculiar perspective of the European Political Cooperation (EPC), the mechanism of coordination of the European Community (EC) member states foreign policies, which anticipated the Common Foreign and Security Policy (CFSR) established by the Maastricht Treaty of 1992.
The article is divided in two parts: after a short description of the EPC’s functioning and of its main achievements during the 1970’s, the first part addresses the European interest in revitalizing détente in the first half of the 1980’s, focusing in particular on the Polish case in 1981. The second part deals with the issue of the relationship between the EC and Soviet Union after the Single European Act (SEA) signature in 1986. Although the Single European Act was not originally designed to deal with foreign policy issues, as its main goal was to complete the Single market, it represented a significant stage also for the development of a European foreign policy. For the first time it included the scope of a common foreign policy, linking the EC procedures, in a single legal instrument to the EPC. The article will deal with the issue of “consistency”, or, in other words, the increasing recourse made by EPC to EC instruments (and vice-versa) as sanctions or the use of conditionality in economic assistance, in order to further EC’s policies. In particular the article will investigate if the completion of the Single market and the revival of European integration in the second half of the 1980’s affected USSR policy, wondering in particular if it influenced the development of Gorbachev’s project of a European common home.

L’articolo descrive gli sforzi delle nazioni europee di mantenere in vita il processo di distensione tra i due blocchi durante la prima metà degli anni Ottanta, analizzando in particolare le relazioni tra la Cee e l’Unione Sovietica. La politica europea verrà ricostruita attraverso la prospettiva della Cooperazione Politica Europea (CPE), il meccanismo di coordinamento delle politiche estere dei paesi membri della CEE, che ha preceduto la PESC, creata con il Trattato di Maastricht del 1992.
L’articolo è diviso in due parti: dopo una sintetica descrizione della CPE, del suo funzionamento e dei suoi principali successi nel corso degli anni Settanta, la prima parte ricostruisce le principali iniziative delle nazioni europee tese a rivitalizzare la distensione nella prima metà degli anni Ottanta, analizzando in particolare il caso della Polonia nel 1981.
La seconda parte ricostruisce invece le relazioni tra la Cee e l’Unione Sovietica dopo la firma dell’Atto Unico Europeo nel 1986. Sebbene l’Atto Unico Europeo sia soprattutto ricordato per avere completato e dato vita al mercato unico, esso rappresentò un importante momento di svolta anche per lo sviluppo di una politica estera europea. Finalmente la CPE veniva inserita e diventava parte integrante dei Trattati. L’articolo si sofferma in particolare sull’importanza del principio di “coerenza” tra le dichiarazioni politiche adottate dai governi con la CPE e il crescente ricorso da parte della CEE a forme di assistenza economica condizionata o a sanzioni economiche. In particolare, l’articolo cercherà di comprendere se il completamento del mercato unico e il rilancio dell’integrazione europea nella seconda metà degli anni Ottanta influenzarono la politica estera dell’URSS e il progetto di Casa Comune europea di Gorbacëv.


Parole chiave: Détente, Cooperazione politica europea, Mercato commune europeo, principio di coerenza, Mikhail Gorbacëv, Casa comune europea

Published
2019-12-31
Section
Articles