Simondon e Deleuze di fronte all'isomorfismo. Appunti sul rapporto forma-materia

  • Giulio Piatti Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"

Abstract

Tra le differenti declinazioni della questione che dopo Kant identifichiamo con il nome di trascendentale – forse la sola che, perlomeno dall’aporia su cui si conclude il Menone platonico in avanti (Stiegler, 1994, p. 98), torna costantemente a inquietare il pensiero filosofico – una delle principali è stata senza dubbio quella del complesso rapporto tra materia e forma. Dietro tale dicotomia, infatti, si articolano una serie quasi infinita di dualismi (anima versus corpo, stile versus contenuto, ecc.) che costituiscono il modo stesso attraverso cui concettualizziamo il reale, articolando aspetti ontologici ed epistemologici: in altri termini, risuona, dietro il tentativo di comprendere i rapporti tra materia e forma, il quesito stesso della filosofia, da sempre orientata all’aggancio tra concetti e realtà, e i cui due estremi pseudo filosofici oscillano così ogni volta da un ingenuo empirismo dei fatti fino a un astratto idealismo delle nozioni (Derrida, 2002, p. 194).

Come citare
Piatti, G. (1). Simondon e Deleuze di fronte all’isomorfismo. Appunti sul rapporto forma-materia. Philosophy Kitchen - Rivista Di Filosofia Contemporanea, 2(1). https://doi.org/10.13135/2385-1945/4208
Sezione
DECOSTRUZIONE, IMMANENZA, ILOMORFISMO