NOVEL FOOD Insetti come food & feed: redazione di una prima linea guida

  • Nicola Piumatti Tecnico della Prevenzione

Abstract

Il termine Entomofagia trova le sue origini dal greco éntomos "insetto" e phăgein, "mangiare" e rappresenta un regime dietetico, sia esso obbligato sia esso facoltativo, che prevede il consumo di insetti come alimento. Dal punto di vista antropologico è una pratica assai diffusa presso molte popolazioni del pianeta basata su usanze locali e sulla necessità di integrare il fabbisogno alimentare. In molti paesi del mondo (Asia, Africa ed America Latina) gli insetti integrano la dieta di circa 2 miliardi di persone ed hanno sempre fatto parte dell’alimentazione umana tanto da essere considerati una vera e propria tradizione culinaria. Nei paesi occidentali invece, l’alimentazione comprendente gli insetti ha sempre suscitato scarso interesse perché considerata una pratica stravagante e poco igienica, a tal punto da considerare la presenza di insetti o larve una non conformità legislativa in materia di sicurezza alimentare; ad esempio in Italia la presenza di parassiti costituisce violazione penale. Solo negli ultimi anni le Autorità Internazionali hanno posto attenzione all’entomofagia catturando così l’attenzione dei media, degli istituti di ricerca, degli addetti alla ristorazione, di altri operatori dell’industria alimentare, dei legislatori e delle agenzie che si occupano di agricoltura e alimentazione. Questo “risveglio culturale” è stato dettato dall’allarme che la continua crescita demografica ha posto: sfamare la popolazione del pianeta. Infatti, da una previsione effettuata dal Department of Economic and Social Affairs delle Nazioni Unite, la crescita demografica che sta interessando la popolazione mondiale determinerà un aumento (del 38%) da 6,9 miliardi di individui (nel 2010) a 9,6 miliardi di individui (nel 2050). Il mondo si troverà di fronte all’esigenza di nutrire una popolazione in crescita, fatto che porterà inevitabilmente ad un incremento della produzione alimentare, il che si traduce in un’ulteriore pressione sulle risorse già limitate del pianeta (terra disponibile per l’agricoltura, oceani, acqua, energia ecc.). Secondo stime effettuate dalla Food and Agriculture Organization (FAO), il 70% del suolo agricolo è utilizzato con lo scopo di produrre mangime e alimenti per il bestiame, gli oceani sono eccessivamente sfruttati, i cambiamenti climatici e la scarsità d’acqua potrebbero avere profonde influenze sulla produzione di cibo negli anni a venire. Per queste motivazioni gli insetti hanno riscosso sempre maggior interesse ma, sebbene ricerche recenti dimostrino come consumare insetti (interi o in polvere) apporti benefici notevoli in termini di contenuto proteico, l’accettazione a livello sociale è, di fatto, molto bassa nelle società occidentali, le quali li considerano generalmente come “cibo di emergenza”, di basso prestigio e specifico dei Paesi poveri [1], [2], [3], [4], [5], [6]. La FAO, peraltro, ha dettagliato in un recente report molteplici ragioni (culturali, economiche, ecologiche, tecnologiche, nutrizionali e legislative) per sottolineare il potenziale che tali ingredienti hanno nell’offrire una valida soluzione ai problemi di sicurezza alimentare [1], [7]. L’utilizzo degli insetti come alimento, non solo per gli esseri umani, ma anche come mangime per gli animali da reddito e da compagnia, sembra presentare numerosi vantaggi ma, oltre il discorso alimentare ed ambientale è indispensabile indagare sulla sicurezza e sull’igienicità degli stessi. Nella redazione dell’elaborato è stato perciò preso come riferimento il parere autorevole espresso in merito dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) la quale, ha effettuato la valutazione del rischio tenendo conto dei potenziali pericoli biologici, chimici (compresa l’eventuale allergenicità) connessi all’uso di insetti allevati e destinati ad essere utilizzati come cibo per l’uomo e mangime per gli animali. Tale documento afferma che vi è una sostanziale equivalenza tra i pericoli connessi al consumo di insetti non trattati e quelli associati alle altre (sempre non trattate) fonti di proteine animali. Inoltre, viene evidenziato che qualora gli insetti siano allevati rispettando determinati standard di qualità e igiene (come per le altre tipologie di allevamenti animali) e nutriti con sostanze consentite, non sembrano presentare rischi maggiori rispetto alle altre fonti proteiche. Sulla base delle evidenze scientifiche riportate è stata redatta la prima linea guida del settore per la stesura dei manuali di autocontrollo, la cui rigorosa e quotidiana applicazione negli allevamenti di insetti potrebbe agevolare il monitoraggio e la prevenzione dei rischi, permettendo così il mantenimento di standard qualitativi ed igienici elevati sin dal primo anello della catena alimentare, quale è la produzione primaria. Tuttavia gli insetti, essendo “novel food”, dovranno comunque attenersi alle disposizioni del Regolamento CE 2283/2015 riguardante i nuovi alimenti il quale stabilisce che un prodotto (nuovo) è autorizzato alla commercializzazione se risulta conforme alle condizioni d'uso e ai requisiti di etichettatura specificati, quindi non deve:

  • presentare un rischio per la salute umana, in base alle prove scientifiche;

  • indurre in errore i consumatori, in particolare nel caso in cui sia destinato a sostituire un altro alimento e vi sia un cambiamento significativo nel suo valore nutritivo;

  • essere svantaggioso sul piano nutrizionale in condizioni di consumo normale, nel caso in cui sia destinato a sostituire un altro alimento.

Pubblicato
2019-05-28
Fascicolo
Sezione
Articoli